Sinfonia del Nuovo Mondo, Adagio

Riprendo in mano la magia delle lettere dopo tanto tempo, un tempo infinito in cui sono stata bene. Sono stata bene e sono stata vuota. J. H. ha aperto le porte della mia identità, ha distrutto il “muro di Berlino” e io ho accettato e accolto me stessa, finalmente. Ma senza muro posso vedere chiaramente e non ho più bisogno di sognarmi in realtà parallele, non posso più struggermi nella disordinata ricerca della mia identità. È tutto qui. Come pensavo, leggera e sensibile, con un passato non troppo difficile. Nessuna eroina, nessuna principessa da salvare. Ed il fatto che la cosa non mi dia nemmeno così tanto fastidio mi solleva, poiché significa che un pezzo di strada l’ho fatto anch’io, che non sento più il bisogno di gonfiarmi come un rospo usando parole difficili per rendermi grande. Non lo sono e basta. Bene.

Sono quindi libera di cercare altro, di farlo non per attirare l’attenzione degli altri ma per me, sono libera di distruggere il castello di sabbia dove mi ero rinchiusa. Ma allora perché non lo faccio?

Per quale motivo ho smesso di disegnare squali?

4 pensieri riguardo “”

      1. Dovere, anzi grazie a te per il following. 🙂 é un piacere conoscere nuovi autori semmai passasi sul mio sito ti invito a dare un occhiata e/o eventualmente commentare gli articolo.

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  1. Perchè accettare se stessi è così difficile?
    Beh perchè accettarsi è prima di tutto accettare il mondo intero e le opinioni che sposso ci sputa in faccia senza che noi nemmeno possiamo chiudere le palpebre.
    Realizzare che in fondo siamo ammassi di atomi che si muovono in un universo talmente grande da non avere senso e tuttavia sapere che siamo comunque inestimabili perchè Viviamo.
    Al diavolo quindi tutto ciò che ci allontana dalla Vita, da noi stessi, e sbagliamo 10,100,1000 volte, deludiamo il mondo intero altrettante volte ma non giudichiamo mai gli uomini che abitano con noi questo mondo non li ricambiamo mai con la loro stessa moneta. Solo così alla fine saremo davvero Liberi. Da noi e quindi da loro.
    Un fantastico Gigi Proietti reciterà alla fine del film “Il premio” queste parole.
    “Un uomo che cade offre una possibilità di tendergli una mano, colui che cerca una strada la possibilità di aiutare a trovarla. E così tutti noi, a seconda delle circostanze, siamo colui che cade e la mano che lo afferra, quello che cerca una direzione ed il dito che gliela indica.

    Nessuno basta a sé stesso. Scendere dal podio, spostarsi dal centro della scena è il primo antidoto contro gli orrori della Storia.”

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