È arrivato il giorno della Laurea di Occhibelli. Intenzionata a scriverle una bellissima lettera piena delle parole d’amore che riservo solo per lei, ho iniziato a cercare ispirazione sfogliando pagine dal ricco catalogo di libri che non ho mai letto per intero.
“Cadendo, la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza.” (Lucrezio)
Ricordavo questa frase, così rappresentativa del sentiero che Occhibelli sta percorrendo che ulteriori parole sarebbero state eccessive. Per di più, sentivo il bisogno di descrivere qualcosa avvicinandomi ancor di più al centro della sua anima.
Apro Kundera per poi tornare al genio di Pessoa. Non ho nè il diario nè la mia (sua) penna con me. Decido di prendere la palla al balzo per tornare qui, in quel posto che sta impiegando così tanto per diventare veramente mio, perché credo che non ci sia notte migliore per superare le proprie paure, e come il palco risuonerà di pelli e marimbe dopo il silenzio, le mie parole tornano dopo un interminabile vuoto.
“La memoria è la facoltà di sapere che dobbiamo vivere” (Pessoa)
La memoria. Ecco
Ho conosciuto Occhibelli quando non sapeva. L’ho scoperta in un pomeriggio di settembre mentre cercava una risposta dentro se stessa. La sua Don Mamma crede che questa sia stata trovata a causa mia, per la mia sicurezza, per la mia apparente stabilità. Si dice che Occhibelli si sia aggrappata a me nella speranza di un futuro per lei destinato a restare utopia. Ecco, nessuno ha mai considerato Occhibelli in grado di scrivere la sua storia, e ciò l’ha portata a pensare che in quanto non davvero sua il mondo potesse fare a meno di lei.
Ho cercato giustizia anche se lei non ne è mai stata interessata, ho parlato tanto, chiesto, preteso di sapere il motivo di tutto ciò che è accaduto negli ultimi due anni, pensando che se avessi trovato risposte alle mie domande il suo desiderio di esistere si sarebbe quantomeno rafforzato, ma niente.
“Io ho te e tu sai”, mi ha sempre detto.
Io ricordo, ricordo sempre tutto.
E la memoria è la facoltà di sapere che dobbiamo vivere.
Luce.
La storia di Occhibelli non ha bisogno di risposte poiché non è una domanda, il passato è già stato scritto mentre il presente cammina, corre, gira e salta.
E se l’esistenza dovesse accusare la stanchezza, il ricordo testimonierà a favore della vita, attraverso i miei racconti, i quali un giorno, io spero, saranno i suoi,
i nostri.