Se c’è qualcosa che detesto, quella è la politicizzazione dell’amore.
La politica è la mia meraviglia, ma è anche una pietra dura e fredda. Io voglio sentire la morbidezza delle carni che si fondono tra loro al calore del fuoco che arde in un camino.
Una casa dove non c’è spazio per la società e per le leggi (e per le leggi imposte dalla società stessa), una casa dove la morale si compromette alla nascita di un nuovo equilibrio, sottile quanto necessario, unico a se stesso. Quest’ultimo è sporco, sudicio, un abominio impronunciabile.
Eppure è equilibrio. Eppure è assurdo, da essere umano, doverlo difendere dalle grinfie degli esseri umani.
Non spingetemi ad essere politica, oggi che sono artista.